7 maggio 2018

Il cinema leale con la vita me l’ha mostrato Ermanno Olmi. Era il 2004, un po’ per caso ho frequentato un laboratorio di cinema ad Arzo tenuto da lui. Compito per gli studenti: scendere per strada e raccogliere una “postazione per memoria”. Io realizzai «Corso Elvezia», uno dei miei primi lavori di questo genere.

Il fine settimana con Olmi mi fece capire che dietro ad ogni fotogramma ci può essere tanta curiosità per la vita; che la cinepresa è il mezzo, quel che conta è ciò che capita oltre l’obiettivo. Ogni storia ha il suo modo per essere raccontata, una volta è un documentario, l’altra un film di finzione, l’altra ancora un libro. Olmi ti spingeva a osservare ogni piccolo dettaglio di ciò che avevi davanti, anche di tutto ciò che credevi di conoscere già.

Arzo (CH), ottobre 2004

Quando gli chiedevi se il suo cinema raccontasse la verità lui ti rispondeva che no, al massimo il suo cinema era leale. Leale con la vita.

Dopo il laboratorio in Ticino ho iniziato a frequentare ipotesICinema a Bologna, portato avanti da Olmi con Mario Brenta e frequentato da un gruppo a dir poco eterogeneo di curiosi di cinema. Là “Ermanno” – come lui ci chiedeva di chiamarlo benché noi provassimo un lieve senso di inadeguatezza – era sempre il più giovane e curioso di tutti. Il suo modo di fare cinema raccontava in modo sincero ciò che lui stesso provava nei confronti del mondo che conosceva o voleva scoprire. E così ci spingeva a fare durante i lunghi sabati ad analizzare i nostri cortometraggi. Dovevi imparare a incassare con Olmi ma ciò che ti tornava in dietro era qualcosa che non si trovava nei manuali di cinema. Olmi guardava ogni nostro breve film e faceva mille domande. Era curioso allo stesso modo nel comprendere meglio grandi temi filosofici come nel capire come si fa il pane.

A fine giornata le battute sagaci, ficcanti, accompagnate sempre da un bel pranzo cucinato “in foresteria”, erano il suo modo di ricordarci che non c’era stato giudizio nel dibattere sul lavoro di ognuno e che bisognava rimanere con i piedi piantati per terra.

Curiosità e sincerità con e sul mondo che si vive tutti i giorni, guardato in orizzontale, senza giudizio, senza mai guardare il proprio interlocutore dall’alto ma nemmeno dal basso. Era così Ermanno Olmi. E il suo cinema era altrettanto ad altezza uomo.

Mi mancheranno le sue enormi mani e il suo gran sorriso. Grazie per quanto di inesauribile ci hai regalato.

foto: Repubblica.it (http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/05/07/news/ermanno_olmi-195753839/)

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