«Fuori Mira» è il nuovo film di Erik Bernasconi. Uno dei tanti Bernasconi cineasti – tutti di talento! – nella nostra piccola landa, che quasi ti vien da pensare che non solo Coppola porti bene alla settima arte, ma anche questo cognome nostrano. Ma lui, quello che in molti definiscono come il regista più famoso di Camorino, che altri scrivono con la “c” al posto della “k” – una K che racconta il suo savoir faire tutto danese (sì, ha del sangue vichingo il Bernasconi!) – be’, lui per me è qualcosa in più: è il mio “gemello diverso”. O meglio, è così che ci ha definito Marco Jeitziner tempo fa in un suo articolo e così mi piace pensarlo.

“gemello”, perché Erik c’è sempre, mi capisce quando ho l’impressione di sbatter la testa contro il muro e si fa una sonora risata quando gliela meno con una delle mie para. Perché condividiamo una gran voglia di raccontare storie, una voglia così viscerale che mi sa s’è nascosta nel nostro DNA. Forse è proprio quella parte di codice genetico che ci rende fratelli; mi spiace Erik, ma un po’ ti tocca.

diverso”, perché Erik non fa i film come (cerco) di farli io. Lui li fa… altri. Dice cose che pensa e racconta emozioni che prova, come vorremmo fare tutti, ma lui lo fa in un modo che solo Erik Bernasconi riesce a fare. E al pubblico arriva tutto, non solo il piatto principale, ma anche il contorno. Anzi, quel che mi piace di Erik è che lui ti porta un piatto in tavola assai succulento e invitante da gran mangiata domenicale e mentre te lo serve sotto ai baffi se la ride. Perché dopo aver per primo assaggiato tutti gli ingredienti nel contorno lui c’ha messo qualche goccia di sano cinismo mescolato ad uno sguardo tutt’altro che perbenista sul mondo in cui viviamo.

Come in “Fuori Mira”, un film che parla del suo e del nostro territorio, di cosa è lui e siamo noi e dove stiamo probabilmente andando, fermi al calduccio dei nostri appartamenti (tranne il mio, che la stufa non funziona, ma questo non c’entra). Lui lo dice, “è un Ticino che non sempre mi piace” quello de-centrato in “Fuori Mira”. E lo dice senza giudicare ne sbraitare. Tu prendi, fatti una risata, aggrappati alla poltrona nella suspance e alla fine porta tutto a casa. Questo è il regalo che Erik e tutta la sua banda (sceneggiatori, attori, crew… non c’è mica solo lui, eh!) ti fa se vai a beccarti “Fuori Mira” in sala.

È uno spottone il mio? Un po’ sì, queste righe le ho scritte per invitarvi ad andare al cinema in questi giorni. Non poi, non “me lo sono perso ma lo aspetto in TV”. Ora. E io non mi sento in colpa: quando ci si adopera per condividere il bello non c’è nulla di male, no?

Ps.: Erik, è vero che te la ridi sotto ai baffi, ma quel pizzetto da vichingo non si può vedere…

 

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