21.1.2016. Lui è Riccardo e oggi è passato per primo attraverso l’ultimo diaframma dello scavo. Se ci pensi, è il primo ad aver percorso la lunghezza del tunnel del Ceneri. Come il primo ad aver conquistato la vetta del Cervino o il primo uomo sulla luna. Poi ne seguono tanti e diventa normalità, ma è lui il primo ad aver compiuto quei passi. Là dove l’aria sapeva ancora di esplosivo e l’ultimo diaframma di roccia era appena crollato a terra, seguito dai suoi colleghi e da tanti altri invitati in festa, Riccardo correva quasi, da quanto era orgoglioso e fiero. Abbracciava una grande Santa Barbara in legno intagliata da un altro minatore.

Chissà che emozione a Castronovo di Sicilia dove Maria Rosa, sua moglie, i suoi due figli, amici e vicini l’hanno seguito in diretta web. È dal 1981 che lavora sotto terra. Lui, la sua sciolta e tutti gli altri dell’avanzamento hanno impiegato 5 anni a scavarlo tutto, questo foro di 15 km. Penserò a lui, al suo non star mai con le mani in mano se non quando osserva le pareti della montagna in una sorta di dialogo silenzioso. Penserò al suo sguardo fiero e malinconico, al caldo, all’ammoniaca, al rumore, al limoncello che mi ha offerto dopo le ore passate assieme là sotto nelle notti di qualche mese fa. Penserò a Riccardo quando, fra 4 anni, in una dozzina di minuti sfreccerò attraverso quei quindicimila metri di montagna su di un treno. Perso a guardar il buio della montagna fuori dal finestrino.