Sull’ex deposito ARL di Viganello

27.11.2019 – Una città che ha una visione propone e porta avanti un disegno ben preciso per un quartiere che presto vedrà al suo centro un nuovo campus universitario. Il campus porterà giovani, studenti, ricercatori, amanti della cultura, dell’architettura, del bello, persone che a Lugano potrebbero regalare un valore aggiunto. La maggior parte degli studenti più intraprendenti va là dove oltre all’università v’è un humus nel quale vivere gli anni universitari.

Il vecchio deposito ARL sarebbe stato un luogo ideale in cui sviluppare parte di una visione che avrebbe dato al mondo universitario e alla città stessa questo valore aggiunto: un luogo di scambio simbiotico fra studenti, cittadini e imprese del posto a volto di un quartiere e una città con un piede nel futuro. Ristorazione km0 con prodotti artigianali locali in un paio di bar dove gli studenti vanno a studiare e dove alcuni di loro trovano un lavoro serale per pagarsi gli studi; un club per concerti dove finalmente luganesi e studenti d’altrove si sarebbero potuti incontrare. E poi ancora, si sarebbero potuti rivalorizzare alcuni spazi e ricavarne degli open-space per start-up che vivono di simbiosi con l’USI, una libreria che di certo avrebbe goduto della vicinanza con l’Università, un piccolo cinema per film in lingua originale la cui programmazione è pensata in collaborazione con le facoltà di comunicazione. E son solo le prime idee. Il pubblico ci sarebbe stato, i privati, quelli che son radicati nella geografia locale e propongono un economia nuova e sostenibile, avrebbero trovato terreno fertile. Chi ha paura della concorrenza avrebbe scoperto che grazie alla spinta di luoghi come questi crescono tutti.
Una città con una visione avrebbe trovato in un luogo come l’ex deposito ARL un’opportunità.

Una città che pensa in grande non avrebbe mai permesso la vendita a un privato di uno stabile come quello e del relativo terreno a 100 metri dal nuovo campus, è pura follia, è pensare piccolo, è pensare all’oggi invece che al domani, è guardarsi i piedi mentre si cammina.

ps.: nel frattempo è nata una raccolta firme per il deposito: → potete firmare qui

→ la news (CdT 27.11.2019)

Immagine ripresa da Corriere del Ticino - © CDT/Chiara Zocchetti

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

Un voto senza paura

15.10.2019, news delle 12.30. Esseri umani fuggono da guerra e povertà. Massacri per proteggere la propria apparente ricchezza o garantirsi l’accesso a oro nero, materie prime e vie del commercio. Cime che crollano, ghiacciai che perdono 2 cm su 100 in una sola estate, funivie ferme, strade chiuse per frane ad ottobre e trekking “estivi” a capodanno. Traffico insostenibile generato da chi è costretto suo malgrado a un viaggio perenne per una paga più o meno dignitosa e da chi muove senza senso merce su camion semivuoti per poter abbellire l’utile.
Alternative ce ne sono, alcune le stiamo già portando avanti e ci rendono persone più civili e libere. Lo scopro ogni volta che vedo bici elettriche sorpassare le colonne di auto, negli scantinati delle case che contenevano i vecchi tank del gasolio divenuti spazi di gioco. Ogni volta che conosco qualcuno proveniente da un luogo lontano seduto di fronte a me in treno e possiamo dedicarci del tempo perché non dobbiamo avere gli occhi sulla strada.

Ciò che a prima vista pare come un rinuncia si rivela essere una ricchezza. Vorrei non fosse un privilegio per pochi ma una base per tutti. Credo che la nostra libertà sarà garantita solo se ci occuperemo del nostro pianeta e del prossimo, vicino o lontano esso sia. Senza false paure. È l’unica via. E oggi, a pochi giorni dalle elezioni federali, credo si possa contribuire a tutto ciò andando a votare. Si possono votare più giovani, più donne, più pensieri nuovi. Per non vivere in un passato già estinto ma guardare a un progresso sostenibile.

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

«Atlas» – ready to shoot, again!

Quando ti appresti a girare, uno dei giorni più strambi e divertenti è quello in cui con tutti i capi dipartimento fai il giro delle location. È come andare in passeggiata scolastica con una decina di amici, ognuno con le sue domande, il suo blocco per le note, i suoi consigli. Se poi finisci nella nebbia in luoghi degni del «Signore degli Anelli» dopo mezz’ora di cammino nel bosco, allora non puoi che farti due risate e tornare a casa stanco ma felice.

Pronti a girare la seconda parte di Atlas! Let’s go.

When you’re getting ready to shoot, one of the weirdest and funniest days is when you and all the heads of departments take a tour of the locations. It’s like going on a school walk with a dozen friends, everyone with their own questions, their own notepad, their own advice. If you end up in the fog in places worthy of the “Lord of the Rings” after a walk in the woods, then you can’t help but laugh and go home tired but happy.

Ready to shoot the second part of Atlas! Let’s go.

some pics are by Pietro Zürcher.

Quella vecchia maglietta del Living Room Club

Qualche giorno fa durante un mini trasloco ho ritrovato una vecchia maglietta del Living Room. Era la maglietta creata in occasione delle notti speciali del Living Room al Grand Hotel di Locarno durante il festival del film, credo fosse il 2001. Non ricordavo di averla. È old style, un po’ fuori moda. Nera e bianca, al centro è stampato il logo del club, quel logo proiettato per anni alle spalle dei dj che hanno calcato il suo palco, un piccolo televisore retrò con le bolle accompagnato dalla semplice scritta arancio-bianco-nera: LIVING ROOM.

L’ho indossata e mi andava stretta.

Non mi é facile scrivere due righe per salutare il living. Pensieri contrastanti mi passano per la testa assieme a ricordi ed emozioni lunghi 20 anni. Il passato delle serate fisse al living si confonde con un presente in cui le notti da Mauri e Jamf erano diventate più sporadiche.

Come la mia t-shirt, il Living Room forse iniziava ad andar stretto. Forse non era più abbastanza grande per vestire le notti lunganesi di chi vuole sempre più eventi da “place-to-be” e non è particolarmente attratto da una proposta musicale fuori dai propri schemi. Il mondo “social” sta spingendo a fare e consumare ciò che già è stato detto ci piacerà, ciò che è stato condiviso a priori e non porta rischi. Va stretta l’idea di una notte con una proposta musicale che magari non ha nulla a che vedere con il nostro gusto; una serata durante la quale il miglior ripiego è una partita al trözz – che personalmente sono riuscito a perdere nel 100% delle sfide – e due chiacchiere, in quell’ora della notte in cui la batteria dello smartphone è al 2% costringe a vivere il presente.

Il Living Room era diventato old style. Il living non tempestava i social di immagini, storie, inviti, snapchat. Non ci trovavi il privé, ne la guest list e neppure l’influencer. Ci trovavi gente normale, quella che “al living ci entro anche io con addosso un paio di jeans e un maglione”. Non faceva distinzioni; dal metallaro al rockabilly passando per quelli “normali”, non sapevi cosa aspettarti mentre salivi quella prima rampa di scale diretto verso il dancefloor o il bancone. Al living una volta entrato eri spinto a farti prima di tutto un giro di perlustrazione, scoprire la serata perché quel che ti proponeva non l’avevi già assaggiato in anticipo sullo smartphone. Era old style in questo, ma non ancora abbastanza per essere vintage.

Nel nostro armadio troppo zeppo di offerte e controfferte in cui una città di gran lunga troppo protagonista la fa da padrona il posto per i capi più particolari è poco. Le nuove proposte culturali nate e cresciute nel loro grande piccolo fanno purtroppo da contorno a una città che si può permettere cachet troppo onerosi per un privato, che può elargire spettacoli gratuitamente o a basso prezzo e andare “in rosso”, concedersi permessi speciali, bloccare una strada e deviare il traffico. La città con il suo lungolago concesso praticamente solo a sé stesso, le piazze d’estate, i locali per la musica live utilizzati per un suo cartellone batte ogni concorrenza. Se poi questo ruolo la città lo gioca piuttosto bene ecco che tutto il resto lentamente scompare. Ci piace, ne approfittiamo tutti e di certo non ci siamo annoiati in questi ultimi anni. Ma forse dovremmo anche ricordarci e ricordare che il ruolo della città dovrebbe – anche – essere un altro: mettere a disposizione mezzi e spazi è creare il contesto per cui quanto ancora non si conosce si possa esprimere in modo indipendente.

Sta di fatto che il Living Room, ci siamo dimenticati di averlo. Lo tiravamo fuori dall’armadio come il maglione di lana solo per le feste di Natale (imperdibile il Natale al living) e per qualche after senza pensare che se non lo indossi, un capo a cui tieni, si infeltrisce e poi lo devi buttare.

L’altro giorno quella t-shirt me la sono messa. Ho sentito un riverbero. Indossarla mi ha ricacciato in ricordi molto personali, a partire da quando nel living di Massagno, sold out con 30 persone, conobbi i “miei” primi dj local, alcuni dei quali poi divennero maestri e amici in radio, fin agli ultimi concerti live quando ci andavo a scoprire band o nuovi dischi e mi ritrovavo a chiacchierare con vecchi amici nel fumoir che sempre a fatica ho sopportato.

Al Living Room ho suonato con la band MUSh davanti a un vero pubblico le canzoni composte in cantina. Sempre al living ho girato i miei dischi preferiti in alcune serate brit. Vi ho pure messo in scena momenti di uno dei miei primi cortometraggi e il piano sequenza centrale del mio primo lungometraggio. Al Living Room ho preso grandi sbronze e ho pure ballato, sì, ballato io che “ci vuole assai prima di farmi ballare”. E così l’abbiamo salutato tutti, ballando.

Ognuno ha i suoi ricordi sul living ed è bello leggerli in questi giorni, seppur con nostalgia e la triste consapevolezza che Lugano oggi è più povera. Assieme ad altre realtà indie sta scomparendo l’offerta per qualcosa di non omologato e istituzionale. E fa male pensare che un ventenne oggi di Lugano non abbia, per ora, un living room come lo abbiamo avuto noi. Che sia uno stimolo a rimboccarsi le maniche per lottare e produrre nuovo ossigeno, vibrazioni e libertà. Il party di chiusura è finito, io la maglietta la rimetto nell’armadio. È parte del mio passato e mi ha portato fino a qui. Voglio che l’eco di tutte quelle serate al living continui a risuonare nel mio armadio. 

Con un sentito grazie a Jamf, Mauri e tutti coloro che hanno dato vita al Living Room Club Lugano.

07.05.2010, l'ultima volta che con i MUSh suonai sul palco del Living Room (foto Mauro Boscarato)
14.9.2012, al secondo piano del Living si scorge il manifesto di Tutti Giù (foto Archivio CdT)
Agosto 2001, credo. La t-shirt per "Living Room al Grand Hotel" di Locarno
18.5.2019, l'ultima notte al Living Room Club

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

«Atlas» featured by Swiss Films in Cannes

We are very pleased that the Swiss film promotion agency has selected “Atlas” among the “expected movies” presented at the next Cannes Film Festival.

Read the e-Booklet Cannes 2019 and discover new Swiss films coming up soon and promising films in production, including “Atlas“.

→ read more about «Atlas»
→ the Swiss Films e-Booklet Cannes 2019

«Atlas» at the Industry Village in Les Arcs

Il film «Atlas», prodotto da Imagofilm Lugano, in coproduzione con Climax Films Bruxelles e RSI Radiotelevisione Svizzera, è stato selezionato all’Industry Village del festival Les Arcs in Francia, nella sezione WorkInProgress, assieme ad altri 14 progetti in corso di produzione provenienti da tutta l’Europa. Numerosi gli incontri avvenuti dopo la presentazione del progetto da parte dell’autore e dei produttori. Grazie al festival Les Arcs per aver selezionato «Atlas»!

The film «Atlas», produced by Imagofilm Lugano, in co-production with Climax Films Bruxelles and RSI Radiotelevisione Svizzera, has been selected at the Industry Village of the Les Arcs festival in France, in the WorkInProgress section, together with 14 other ongoing projects from all over Europe. Numerous meetings took place after the presentation of the project by the author and the producers. Thanks to the Les Arcs festival for selecting «Atlas»!

Le film «Atlas», produit par Imagofilm Lugano, en coproduction avec Climax Films Bruxelles et RSI Radiotelevisione Svizzera a été sélectionné avec 14 autres projets en cours de production et provenant de toute l’Europe, dans la section WorkInProgress du festival Les Arcs (France). De nombreuses réunions ont eu lieu après la présentation du projet par l’auteur et les producteurs. Merci au festival Les Arcs d’avoir choisi «Atlas» !

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«Moving Forest» back on TV and online

ITALIANO: Come celebrare al meglio il solstizio d’inverno, ovvero il giorno più corto dell’anno, se non con un tuffo nel magico mondo del cinema più breve? Fin dal 2011, in tutta Europa questo appuntamento ci permette, per un giorno, di sottolineare il valore di questo formato così importante, sorprendente e spesso lontano dalle luci della ribalta. Trampolino di lancio per gli autori di domani o dimensione perfetta per piccole grandi storie narrate da registi di esperienza, preparate occhi e cuori e lasciatevi trasportare in questo viaggio in compagnia di 9 cortometraggi made in CH, tra pianti e risate, commedie e dramma, sogni e realtà dei nostri giovani talenti (testo da rsi.ch). In questa cornice verrà ridiffuso dopo qualche anno anche «Moving Forest», interpretato da Daniele Rampinini e Mona Petri, prodotto da Cinédokké, scritto e diretto da Niccolò Castelli. Una bella occasione per tornare bimbi e sognatori in TV e sul web… Quando? venerdì 21 dicembre a partire dalle 23.40 su LA 2! Coprodotti dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, i cortometraggi saranno inoltre disponibili anche online su → Play RSI. → cast & crew di Moving Forest → di più su www.rsi.ch

ENGLISH: Moving Forest” is back on TV and online for the “night of the short film” proposed as every year by RSI Swiss Radio and Television.

In this frame, in fact, will be rebroadcast the short film, starring Daniele Rampinini and Mona Petri, produced by Cinédokké, written and directed by Niccolò Castelli in 2010. A great opportunity to return children and dreamers on TV and on the web…

When? Friday, December 21, starting at 11:40 p.m. on LA 2! The short films will also be available online at → Play RSI.

→ Moving Forest cast and crew

«Atlas» – It’s a wrap!

It’s a wrap!

Ieri ultimo ciak per la prima parte delle riprese di «ATLAS». Matilda, cast e crew, tutti hanno messo tantissima energia in queste tre settimane a Lugano sotto la pioggia. In primavera si continua; buon riposo compagni di viaggio. Grazie!

Yesterday last clap for the first part of the shooting of “ATLAS”. Matilda, cast and crew, all gave a lot of energy in these three weeks in Lugano under the rain. In spring we continue; good rest, fellow travelers. Thank you! Thank you!

→ more about ATLAS

«Atlas» a few days before the shooting

A breve inizieremo a girare un nuovo film. È una storia che ho iniziato a scrivere suppergiù 6 anni fa. Il titolo è – per ora – «ATLAS» e la protagonista avrà il volto, le emozioni e le parole di Matilda De Angelis. Grazie a lei e a tutti gli altri del super cast e della crew per essersi immersi in questa storia.

Ripenso alle prime idee nate in silenzio, buttate giù sul mio taccuino rosso che del taccuino ormai non ha più nemmeno la forma e a tutte le persone che mi hanno accompagnato fino qui con il loro prezioso contributo. Per chi si è “incordato” con me in questo viaggio dalle Alpi all’Atlas sarà un’arrampicata vertiginosa. Che sia una cordata a metà strada fra brividi e stupore. AZIONE, diamine!

For those who do not speak Italian (I apologize to my friends from the French and German part of Switzerland, I’ll write in English): a few lines to say that I am about to start shooting a new film.

The title is – for now – «ATLAS» and the main character will have the shape, the feelings and the words of Matilda De Angelis. A great cast & crew is already at work. Thanks to them, I see the scenes we wrote, erased and wrote again in the past 6 years, come to life. I want to thank everyone who is with me on this amazing journey from the Alps to the Atlas. It will be a dizzying climbing (in the true sense of terms): ACTION, damn!

«Looking for Sunshine» in Swiss theaters

ENGLISH: I am happy to announce that from November 1, 2018, the film I had the opportunity to make with and on the alpine ski champion Lara Gut will be in cinemas in Switzerland. Two premieres, one in Lugano, the other in Zurich, will anticipate the release throughout Switzerland. And soon there will also be screenings abroad. For more information and to keep up to date, I suggest you visit the official website for the film www.lookingforsunshine.ch. Thanks to all the wonderful team that has accompanied us in these 2 years up and down the mountains.

ITALIANO: Sono felice di annunciare che a partire dal primo novembre 2018 il film che ho avuto l’opportunità di realizzare con e su la campionessa di sci alpino Lara Gut sarà nei cinema in Svizzera. Due anteprime, una a Lugano, l’altra a Zurigo, anticiperanno l’uscita in tutta la Svizzera. E presto seguiranno proiezioni anche all’estero. Per maggiori informazioni sempre aggiornare vi consiglio di visitare il sito ufficiale del film www.lookingforsunshine.ch. Grazie a tutto lo splendido team che ci ha accompagnati in questi 2 anni su e giù per le montagne.

→ www.lookingforsunshine.ch